Lo scultore Ugo Bevilacqua

Scultore a Cattolica

Siamo di fronte ad un artista veramente autodidatta; infatti ogni sua attuale conoscenza non é stata mediata da nessun maestro derivandogli dalla “curiosità” diventata studio e della “osservazione” diventa bisogno interiore, sulle forme di arte visiva comunque prodotta nel tempo, entrambe basate su materiale faticosamente reperito durante la sua breve ma travagliata esistenza.

Da materiali di ogni genere (quasi sempre estremamente poveri e privi di “vita”) riesce a creare figure esteticamente gradevoli all’occhio, alle quali, contemporaneamente, con tocco sapiente ed ispirato sembra aver ridato una esistenza. Una radice di albero riportata dal mare sulla riva, un sasso inerte ma finalmente lavorato dalla natura, diventando volti di donna, sirene, ballerine che si stagliano nell’aria vivendo di vita propria.

Come per la pittura anche la scultura tende all’infinito: L’arte serve a far “ritrovare” nelle cose se pur povere ed abbandonate, il valore che ogni “pezzo” del creato, inducendo in chi le si avvicina l’amore e la considerazione verso il debole, il diseredato, l’abbandonato, il diverso, perché comunque contengono un “valore” unico ed irripetibile e sono creature di Dio.

 

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