Conca, civiltà millenaria di un fiume

Storia geologica del cuore della Valconca. dalle origini fino alle attuali condizioni. I perché di un paesaggio tanto diverso.

Ai nostri occhi dolci colline argillose sulle quali si ergono, a volte con pareti ripide, le alture di Montefiore, Montescudo, Montegrimano e Carpegna.

di Daniela Tonini

IL FIUME

Il fiume Conca nasce dal versante orientale del monte Carpegna a 1415 metri di quota e scorre in direzione del Mare Adriatico dopo aver percorso circa 44.5 Km. Durante il suo cammino raccoglie le acque di un territorio ampio 164 Kmq.

Il fiume non presenta affluenti di particolare importanza se non il rio Ventena di Gemmano che scarica le sue acque prima dell’abitato di Morciano, in riva destra.. Il corso d’acqua scorre tra formazioni geologiche di origine marina emerse per spinte di origine tettonica secondo direzione nord-est.

Il tratto di corso superiore, dalla sorgente fino a poco più a valle di Mercatino Conca, incide terreni definiti Complesso Caotico costituiti da masse calcaree e calarenitiche della formazione dell’ Alberese (età Eocene inf. 50-60milionidi anni fa) giacenti come immersi in modo “disordinato” in terreni prettamente argillosi. La formazione di questi depositi calcarei avvenne per sedimentazione in bacini posti molto più ad occidente (Toscana) rispetto alla posizione attuale e l’odierno assetto è dovuto proprio ai movimenti legati alIa formazione dei rilievi appenninici (orogenesi): in particolare alla fine del Miocene, circa 11-7 milioni di anni fa, enormi spinte sprigionatesi alI’interno della costa terrestre (movimenti tettonici) verso nord-est provocarono una immensa colata di argille sulle quali giacevano questi bacini che per l’energia prodotta furono smembrati e ridotti a “zolle” galleggianti (Colata Gravitativa della ValMarecchia). Questi terreni caratterizzano Monte Carpegna, Monte Faggiola, Montegrimano e i versanti nord-occidentali di Mercatino Conca.

Successivamente, un secondo evento con spinte orogenetiche analoghe avvenute durante il Pliocene inferiore, circa 5-6 milioni di anni fa, determinò un ulteriore movimento della prima colata e provocò il sollevamento e piegamento di altre formazioni geologiche nel frattempo depositate. Si tratta delle formazioni Gessososolfifera e a Colombacci del Messiniano (7 milioni di anni fa), rispettivamente costituite da rocce gessose e argilloso-marmose, che caratterizzano i territori di Montescudo, Montecolombo, Gemmano, Montefiore e la zona di Sassofeltrio e di Onfemo. Nello stesso periodo la bassa valle del Conca si trovava sommersa da acque profonde che portarono alla deposizione di sedimenti prettamente argillosi.

Nel Pliocene medio, circa 2 milioni di anni fa, ulteriori movimenti di sollevamento ridussero la profondità delle acque che permise la deposizione di sedimenti a granulometria maggiore come le sabbie. Giacciono su questi teneni parte dei territori di San Clemente, Morciano, San Giovanni in Marignano e la collina di Montalbano. Ulteriori sollevamenti decretarono il definitivo ritiro del mare con la conseguente emersione dei territori fino all’aspetto attuale. Si precisa, però, che tale ritiro (regressione marina) non avvenne in modo continuo, vi furono infatti anche lungo tutto il Quaternario, periodi di parziale avanzamento e ritiro delle acque durante i quali si vennero formando i quattro ordini di terrazzi fluviali e la paleofalesia, gradino morfologico parallelo alla linea di costa corrispondente alla paIeoriva di circa 6000 anni fa. In vicinanza del fiume, in località Casacce è visibile la scarpata testimonianza di questa paIeoriva. lnfine, recenti studi sui terrazzi fluviali del fiume Conca hanno evidenziato come la distribuzione asimmetrica di questi e alcune caratteristiche di altri elementi morfostrutturali fanno ipotizzare la presenza di una linea tettonica lungo la valle del Conca, detta appunto “linea del Conca” che, attiva dal Pliocene inferiore, ha sviluppato nord-ovest unamarcata sub sidenza, testimoniata dal forte spessore delle alluvioni del fiume Marecchia rispetto a quello del fiume Conca.

Dalla predisposizione delle diverse rocce all’ alterazione ed erosione da parte degli agenti atmosferici deriva l’odierno paesaggio che caratterizza la vallata del fiume Conca. Le rocce calcaree, calcarenitiche, sabbiose e gessose risultano più resistenti all’erosione rispetto alle rocce argillose, per cui il paesaggio dell’alta e media Valle che appare ai nostri occhi è dato da dolci colline argillose sulle quali si ergono, a volte con pareti ripide, le alture di Montefiore, Montescudo, Montegrimano e Carpegna. Come tutti i corsi d’acqua della regione, il Conca è un torrente con portate variabili a seconda delle piogge che cadono sul suo bacino: minime fino ad annullarsi per alcune settimane nel periodo estivo e massime in autunno e in primavera. Per più di metà del suo corso il fiume presenta un carattere tipicamente erosivo, incidendo le formazioni rocciose del tratto collinare e montano fino all’ altezza dell’ abitato di Monte Colombo a valle del quale cominciano a prevalere le azioni di trasporto e deposito dei sedimenti precedentemente erosi.

Data la limitata estensione del bacino idrografico, nonchè le caratteristiche dei sedimenti trasportati prevalentemente a granulometria fine, lo spessore dei depositi alluvionali nella piana a valle di Morciano risulta decisamente modesto. Le alluvioni poggiano su rocce argillose per spessori di pochi metri. Le acque sotterranee in esse contenute non presentano quindi grandi potenzialità di approvvigionamento idrico. Il flusso idrico sotterraneo presenta direzione verso mare e verso l’asse fluviale, essendo questo l’unione dei punti a quota più bassa della valle e quindi fattore drenante del flusso idrico. L’alveo si trova incassato nei depositi argillosi per gran parte del suo corso e quindi è impossibilitato ad alimentare le acque sotterranee tranne nei periodi di piena del fiume in autunno e primavera.

Tratto da “La Piazza di Rimini”
(Foto – Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)

 

 
 
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