Piero della Francesca

BIOGRAFIA DI PIERO DELLA FRANCESCA

1415 Nasce a Borgo, oggi Sansepolcro, nell’Alta Val Tiberina dove fece il suo primissimo apprendistato pittorico, insieme al maestro Antonio d’Anghiari. Giovanissimo è già a Firenze per apprendere gli insegnamenti della pittura da Domenico Veneziano. Il Vasari, lo cita al seguito del maestro nelle Marche, a Loreto, per collaborare agli affreschi della sagrestia di quella Basilica.

1439 Al seguito ancora di  Domenico Veneziano torna a Firenze per collaborare agli affreschi nel coro della chiesa di  Sant’Egidio dell’ospedale di Santa Maria Nuova.

1442 Piero è a Borgo San Sepolcro poiché figura nelle liste dei cittadini eleggibili alle magistrature civiche

1445 Lo ritroviamo nella città natale a cui era molto affezionato e dove, appena poteva faceva ritorno, perché i confratelli della Misericordia gli commissionano il grande Polittico della Misericordia per l’altare della loro Chiesa. Piero lavorò a quest’opera in modo discontinuo, per completarla e consegnarla solo nel 1462.

1445 Iniziano i rapporti con Federico da Montefeltro da pochissimo diventato Duca di Urbino in seguito all’assassinio del fratello Oddantonio.

1450 Lavora a Ferrara al servizio del marchese Leonello d’Este. Esegue gli affreschi, purtroppo interamente perduti, al castello estense e nella chiesa di Sant’Agostino.

1451 Piero è a Rimini poichè questa data appare nell’affresco oggi nel Tempio Malatestiano, in cui Sigismondo Pandolfo Malatesta venera il santo patrono, San Sigismondo. Più tardi replicò il profilo del condottiero  malatestiano, oggi al Louvre.

1460 / 1470 Invitato a Urbino dalla Confraternita della Misericordia per portare a termine la pala d’altare lasciata incompiuta da Paolo Uccello.  Fu ospite del pittore Giovanni Santi, padre di Raffaello.

A Urbino strinse rapporti particolarmente intensi con la corte e con il duca Federico da Montefeltro, per il quale eseguì alcune delle sue opere celebri: Il Dittico dei Duchi,  La Flagellazione e  La Madonna di Senigallia. In questo periodo si alterna  tra Borgo, altre città umbre e Urbino. In questi anni urbinati, stimolato dall’ambiente intellettuale della corte, Piero si dedicò alla stesura di alcuni trattati teorici, intesi a ricondurre alla essenzialità e misurabile regolarità delle forme geometriche, l’infinità varietà degli oggetti naturali. Sono giunti fino a noi il trattato  il De Prospectiva pingendi, e il Libellus De Quinque Corporibus Regularibus chededicò al giovane Guidubaldo duca di Urbino.

1471/ 1474 La sua presenza è segnalata anche a Pesaro dove assunse una committenza per una pala d’altare o una cappella nella costruenda chiesa sforzesca dell’Osservanza.

1487 A Borgo, ormai anziano e cieco  incarica il notaio della città della stesura del suo testamento.

1492 Il 12 ottobre Piero muore e il suo nome è nel libro dei morti della confraternita di Sansepolcro.

 

 

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