Sulle prime colline della Riviera Adriatica si erge il colle di San Clemente, tra campi di grano, vigne rinomate per la loro qualità, campagne ricche e ben tenute e borghi rurali. E’ una zona tranquilla che favorisce il relax e rappresenta un passaggio strategico per la visita dell’entroterra. San Clemente è rinomato per il vino Sangiovese, uno dei migliori della produzione romagnola. E’ raggiungibile da Rimini via Coriano, da Morciano di Romagna, da Riccione e da Misano Adriatico. Consigliati sono anche i suoi ottimi ristoranti, con menù tipici romagnoli e nazionali.
CHIESA DI SAN CLEMENTE
La Chiesa di San Clemente è stata costruita nel 1836 sulla trecentesca Chiesa dei Frati di cui resta qualche traccia all’interno. Si compone di una sola navata abbellita da colonne. L’altare maggiore è di scagliola e dietro di esso, originariamente, trovava posto un coro con sedili e inginocchiatoi di legno. In alto troviamo la statua di San Clemente. La cappella di destra è dedicata al S. Crocifisso, quella di fronte, non internata, alla Sacra Famiglia. Sotto il presbiterio c’è ancora una vecchia cisterna chiamata “pozzo dei Frati”. All’interno è conservata una tela raffigurante la Sacra Famiglia dipinta da Giovan Battista Costa. Si pensa che la Chiesa sia stata progettata dall’architetto Luigi Poletti, uno dei più famosi dello Stato Pontificio.
Il MURO DI CINTA
Il muro di cinta racchiude ancora oggi l’abitato di San Clemente ed è stato parzialmente restaurato. Restano l’ingresso al castello malatestiano, un arco a sesto acuto sormontato da una torre priva di merlatura, l’accesso alla rocca e le mura con i bastioni quadrangolari. Dalla rocca sono visibili i pochi avanzi nell’angolo sud-orientale dell’abitato.
AGELLO
Agello si trova ai piedi del declivio del capoluogo e quindi ha una scenografia chiusa e circoscritta. Dentro i borghi fortificati continuano a trovarsi pochissime attività: qualche laboratorio e osterie. La fattoria fortificata di Agello è un minuscolo borgo fortificato immerso in belle campagne.
CASTELLEALE
Si erge in sommità collinari che ne esaltano la posizione strategica ed ha un impianto urbanistico semplice e comune. E’ una testimonianza notevole del dominio malatestiano ed è l’unico esempio presente nelle nostre zone di tomba fortificata. Castelleale prende il nome da un personaggio importante della storia dei Malatesta: il vescovo Leale Malatesta. In passato era formato da cortine murarie, torre portaia e tre ingressi: uno retrostante e due anteriori, e di questi due, uno era adibito al passaggio dei carri e l’altro al passaggio delle persone.
CERVOLABBATE
A Cervolabbate rimangono “case con bottega” e abitazioni piccole e povere, con un paio di stanze in tutto e fuori dai borghi, nel centro abitato antico, si trovano case isolate. Cervolabbate comprende Fornace, famosa per le numerose case coloniche.
CELLA TONDA
Il toponimo risale ad un nome illustre nella storia della Chiesa, ovvero a Clemente, vescovo di Roma, autore di una “Lettera ai Corinzi” di notevole rilievo storico. Il centro storico di San Clemente risente in modo molto evidente della struttura difensiva di epoca malatestiana, il paese è ancora circondato dalle mura e dai bastioni e anche la porta d’ingresso ci riporta all’epoca in cui il borgo era completamente fortificato. Diversi borghi di campagna mantengono tracce interessanti di opere medioevali e rinascimentali. In passato insorse forte tensione fra San Clemente e Montefiore per il controllo del borgo, del mercato e del guado di Marciano. Nel XVI secolo ci fu l’ascesa di Saludecio che si proporrà come capitale della valle.