MULINI LUNGO IL TORRENTE SAN MARINO:
IL FOSSO DI CANEPA
L’ area del Fosso di Canepa è una delle aree più verdi del territorio Sammarinese caratterizzata dall’ alternarsi di rilievi boscosi e fossi impervi. Di particolare interesse è la Grotta di Canepa che fa parte del sistema carsico e tettonico del Monte Titano. I mulini lungo il Torrente San Marino facevano parte di un sistema di sei mulini molitori che si passavano l’ acqua l’ un l’ altro e che oggi assumono un prezioso interesse archeologico industriale. Nelle vicinanze troviamo la piccola chiesetta abbandonata di Cà Centino che fungeva come luogo di incontro per i contadini e i mugnai.
CHIESETTA DELLA MADONNA DI CA’ CENTINO:
La chiesetta della Madonna di Cà Centino non era solo un edificio dedicato al culto, ma anche un luogo di aggregazione per chi lavorava e viveva nella campagna circostante e lungo il fosso dei mulini. La chiesetta è a semplice pianta rettangolare coperta da un tetto a capanna e vi si accede tramite una scalinata che conduce ad un porticato retto da due pilastri quadrati. La porta d’ ingresso è di forma rettangolare fiancheggiata da due semplici finestre; un’ altra apertura è posta sopra il porticato. L’ edificio è interamente costruito in pietra , ma le pareti sono intonacate. All’ interno troviamo l’ altare collocato circa 1/3 della navata unica posto davanti all’ abside rettangolare. La copertura è a capriate lignee e il pavimento in cotto. Con l’ allontanamento dai campi e la chiusura dei mulini, la chiesetta è stata abbandonata e oggi la troviamo in una condizione di degrado.
FLORA:
Attraversando il Fosso di Canepa si può godere di un paesaggio naturalistico suggestivo e rigoglioso. Le alte sponde del fiume sono circondate da noccioli, aceri, cerri, ornelli e caprini che con le loro chiome formano una galleria naturale. Proseguendo lungo l’alveo, tappezzato di edere e muschi, si apre l’ingresso alla Grotta di Canepa che presenta molti aspetti interessanti dal punto di vista geologico e biologico, infatti essa è una risorgente fossile collegata con tutto il sistema carsico e tettonico del Monte Titano e facente parte di un complesso sistema ipogeo. Purtroppo, quest’area è gravemente danneggiata dal passaggio delle tubature dell’acquedotto che deturpano il paesaggio e ne alterano l’equilibrio biologico ed ecologico.
MULINO CAPPICCHIONI – REFFI:
Secoli XVIII – XIX – XX
Stato: abbandono
Nel catasto Santucci del 1822 – 1825 questo mulino viene definito casa con corte e molino da grano a due ruote e ingulchiera.
E’ una struttura articolata su tre piani con cinque vani ed è l’edificio più complesso tra i mulini del Fosso di Canepa.
Le murature sono in pietra e sassi di fiume legati con malta di calce.
MULINO CAPPICCHIONI – REFFI:
Secoli XVIII – XIX – XX
Stato: sede associazione speleologica sammarinese
Nel catasto Santucci 1822 –1825 questo mulino viene definito ad una ruota con corte e canale del molino.
E’ una struttura articolata su quattro piani con sette vani ed è quello conservato meglio.
Le murature sono in pietra e sassi di fiume intonacate con rustico di cemento.
In seguito venne ampliato aggiungendo un vano per la cucina e uno per il bagno in cemento armato.
MULINI DELLA GREPPA:
Secoli XVIII – XIX – XX
Stato: testimonianza archeologica industriale/ abbandonato
Il catasto Pelacchi del 1775 – 1777 questi due mulini vengono definiti ad una ruota ciascuno.
E’ una struttura articolata su due piani rettangolari in due diversi edifici posti in prossimità della cascata.
Le murature sono in pietra intonacate con uno strato di rustico di cemento e presenta un portico antistante l’ ingresso.
MULINO DI BOTTACCIONE:
Secoli XVIII – XIX – XX
Stato: testimonianza archeologica industriale.
Nel catasto Pelacchi del 1775 – 1777 questo mulino viene definito selva con molino detto il Bottaccione per il grande bottaccio che interessava tutto l’ alveo del Fosso di Canepa.
E’ una struttura articolata su tre piani più un portico esterno.
Attualmente l’ edificio si presenta come un unico vano a cielo aperto in seguito al crollo del tetto, del solaio e del portico.
Le murature sono in pietra a conci irregolari e ciottoli di fiume “ faccia a vista” legati con malta di calce.
MULINO DELL’ OVIERA:
Secoli XIX – XX
Stato: Rudere
Nel catasto Cantucci del 1822 – 1825 questo mulino viene definito molino ad una ruota.
È una struttura articolata su tre piani con tre vani a pianta rettangolare ed è in uno stato di degrado molto avanzato dovuto al crollo del tetto.
Le murature sono in pietra intonacate con uno strato di rustico di cemento.