Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 13 gennaio 1992,
gli è stato dedicato un libro ricco di testimonianze di religiosi e laici
che raccontano la sua grande statura religiosa e umana.
Dal libro “P Domenico Galluzzi o.p. un domenicano nella Chiesa di fronte alla Chiesa” riprendiamo parte della sua biografia.
“Giovanni Galluzzi, figlio di Giuseppe e di Domenica Bacchiani, nacque a Cattolica il 15 gennaio 1906. Dopo avere assolto l’impegno di leva nella Regia marina, entrò nel 1928 nell’Ordine Domenicano, dove assunse il nome di Domenico. Come durante il servizio militare aveva esercitato un vero ascendente sui commilitoni, così nella vita religiosa si distinse per la sua bontà e la ricchezza della sua sensibilità umana. Delle sue non comuni doti si resero ben presto conto i Superiori, i quali prematuramente – e fu necessaria una dispensa – lo nominarono poco più che trentenne Maestro degli studenti e poi Maestro dei novizi, incarichi che Padre Domenico seppe portare avanti con alto senso di responsabilità, con dedizione e con uno stile soave e forte, tutto permeato di sereno ottimismo frutto della stia granitica fede in Dio e della sua fiducia nell’uomo.
Le vicende della seconda guerra mondiale lo portarono poi a Fontanellato (Parma), dove si accumularono vari incarichi: Vicario dei provinciale, Superiore dei convento e dei monastero S. Giuseppe, Maestro dei novizi. Con gli incarichi, aumentarono nel contesto tragico della guerra, gli strapazzi, le preoccupazioni e la sua dedizione: finì con l’ammalarsi di tubercolosi. Ripresosi grazie anche alla sua forte fibra, nel 1948 tu nominato Superiore a Faenza. Ha 42 anni, e viene da un’intensa esperienza di apostolato e di contatti con le anime e ha nel cuore una grande consapevolezza di quello che è: Sacerdote.
La guerra è finita; siamo negli anni laboriosi e faticosi della ricostruzione. Eccolo allora mettere mano ad un’opera da tempo vagheggiata, un’istituzione religiosa che sia l’attuazione pratica di quell’idea, divenuta ideale di vita: la fondazione di un monastero contemplativo per anime disposte ad offrirsi per la santificazione dei Sacerdoti. A quest’opera diede il nome significativo di Ara Crucis; fu inaugurata nel 1957 ed oggi è un’affermato monastero. E’ all’Ara Crucis che Padre Domenico Galluzzi ha trascorso l’ultima parte della sua lunga e operosa vita; e qui, giorno dopo giorno, è stato una manifestazione visibile della bontà misericordiosa di Dio per tante anime che venivano a lui fiduciose, attratte dal fascino che emanava dalla sua persona; fascino che non era altro che l’amore dimostrato per ciascuna di loro. Di qui il carisma della predicazione di Esercizi e della direzione spirituale; carisma particolarmente apprezzato, fin dal suo arrivo a Faenza, anche dal Vescovo Mons. Battaglia, che lo nominò confessore del seminario diocesano.
La fiducia dei vari Vescovi che si succedettero nella sede faentina gli affidò la preparazione immediata degli aspiranti al diaconato e presbiterato e al ministero della Confessione, come pure incarichi particolarmente delicati e riservati. Altrettanto si dica da parte dell’Ordine Domenicano che gli affidò i giovani, in preparazione alle tappe più significative della loro vita religiosa, e anche, per un certo periodo, la direzione spirituale dei novizi domenicani di Bologna. Padre Domenico Galluzzi fu un medico delle anime come lo voleva Paolo VI “discreto, saggio, buono vero dispensatore di conforto, di consiglio e di grazia’; tutto questo nell’umiltà, in un silenzio pieno di mitezza e di modestia. Non mancarono, nella sua vita episodi che misero in luce la sua eccezionale statura spirituale e umana.
E qui si potrebbe aprire un capitolo a parte per raccontare conversioni straordinarie. Come non ricordare la spontanea prestazione dei suo ministero sacerdotale in occasione dello scoppio della polveriera di Marano (BO) circostanza in cui, servendosi solo delle mani, riuscì a disseppellire una madre di famiglia, le cui ferite fasciò con il suo scapolare. L’iniziativa, presa a Fontanellato (PR) dopo il bombardamento dei monastero e la morte di due suore, di scavare un rifugio per le religiose; lavoro portato avanti personalmente con i suoi novizi e che, per la fatica che comportò, diede il colpo di grazia alla sua salute già scossa dai disagi, dagli strapazzi e dalle privazioni della guerra. E poi il suo impegno di promozione umana nei confronti di quanti si presentavano a lui, sia giovani che dovevano affrontare la vita, sia persone in difficili situazioni, E per le persone impegnate nel mondo dei nostro tempo, che si dibattono in difficoltà d’ogni genere, eccolo ideare il Sodalizio ‘Pro Ecclesia’, struttura di promozione spirituale e umana che lega alla vita di preghiera dell’Ara Crucis.
Questi brevi cenni non esauriscono certamente la presentazione della complessa e ricchissima figura di Padre Domenico, che ha cercato di essere sempre “l’uomo per gli altri”.
Padre Domenico Galluzzi è morto il 13 gennaio 1992. Riposa nel monastero Ara Crucis da lui fondato.
E’ MORTO IN CARATTERE DI SANTITA’
Abbiamo parlato con Suor Teresa Casali dei Monastero Ara Crucis di Faenza, che ci ha parlato dei libro sopra citato e della grande venerazione attorno la figura di Padre Domenico Galluzzi. “Stiamo preparando per il prossimo anno le iniziative per il decennale della morte del Padre dice Suor Teresa – per quell’occasione pubblicheremo un secondo libro ricco di testimonianze sulla sua vita. Con dfficoltà cerchiamo di ricostruire il periodo giovanile trascorso a Cattolica e del servizio militare a Taranto.
A Cattolica siamo in contatto con la famiglia Galluzzi. Prima con la sorella Angela (deceduta nell’86), e /a nipote Dina Vannucci, poi con Elvino Galluzzi (il cugino scomparso nel’98). Noi siamo gli eredi del pensiero di Padre Domenico, che ha fatto tante cose buone nella vita ed è stato una guida spirituale forte e umile. Pensi che il vescovo di Faenza, Mons.
Italo Castellani ha tracciato per il percorso giubilare dei modelli a tema. Nel 2001 sul tema della Parola il modello era San Pier Damiani, Padre della Chiesa; per il prossimo anno sul tema dell’Eucarestia il modello sarà proprio Padre Domenico Galluzzi. Suor Teresa Casali è un fiume in piena di entusiasmo e commozione nel parlare del fondatore del suo monastero. “Ci hanno raccontato che la sua infanzia è stata molto povera.
Prima abitava nella Cattolica vecchia, poi dopo il terremoto del 1916, quando la suo casa andò distrutta, la famiglia andò ad abitare alle Casette. Quello che risalta del Padre, è il forte contrasto tra un’infanzia e gioventù fatta di poche cose e tanta povertà, e una maturità da gigante costruita con grande volontà per un’ideale di vita tutto dedicato agli altri”.
La domanda ci viene spontanea: Padre Domenico Galluzzi è un santo? – risponde senza esitazioni Suor Teresa – è morto in concetto di santità che significa che i fedeli spontaneamente hanno dettato e testimoniato che è morto un santo”. Lo stesso Maestro dell’Ordine P.Timothy Radcliffe in una lettera a Suor Teresa del 1995, parla “del nostro santo Padre Domenico”. Ora c’è una lunga procedura per arrivare alla consacrazione di santità, che le autorità ecclesiastiche ben presto avvieranno.
La Piazza di Rimini – Giornale di Cattolica (Foto – Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)***
Beatificazione per Domenico Galluzzi
Il 30 ottobre 2010 presso il monastero Ara Crucis di Faenza il vescovo di Faenza-Modigliana S. E. Claudio Stagni ha aperto la causa di beatificazione di P. Domenico Galluzzi O.P. E’ l’atto del processo canonico col quale si approvano i titoli, per un Servo di Dio morto in fama si santità, per essere onorato con culto pubblico e poi conseguire il titolo di beato.
Ma chi era padre Domenico Galluzzi? Cattolichino, nasce il 15 gennaio 1906 da Domenica Bacchiani e Giuseppe Galluzzi (Baratieri), che nel 1907 abbandona per molti anni la famiglia per l’Alaska. Il suo nome di battesimo era Giovanni, Domenico quando nel 1928 entra tra i frati domenicani (Scuola Apostolica di Bergamo). Salvatore Galluzzi (Tòri), fondatore della Casa del pescatore di Cattolica, ero suo zio.
Fin da ragazzo si dedica allo studio della musica. 1926-28: è a Taranto, servizio di leva in Marina, e fa parte della banda militare. Nel ’36 viene ordinato sacerdote e diventa sottomaestro degli studenti. 1941-44: è maestro dei novizi. 1944-45: si ammala gravemente per le fatiche e gli strapazzi del tempo di guerra. 1946: a Bologna viene confermato maestro dei novizi. Nel ’48 arriva a Faenza. Dal 1951-55 si impegna nella fondazione del Monastero Ara Crucis che diventa sede del suo servizio sacerdotale con incarichi di fiducia nella Diocesi. 1972: è nominato confessore ordinario dei novizi.
Il 13 gennaio 1992 muore mentre la comunità dell’Ara Crucis celebra la Liturgia dei Vespri. Dopo la sua morte in suo ricordo sono state fatte molte iniziative religiose, ma anche laiche, per ricordarne la grande forza spirituale.
Novembre 2010