Fino alla metà degli anni cinquanta Cattolica aveva il suo teatro. Si chiamava “Teatro Zacconi“, in onore di un bravo attore. Ed era anche bello. Costruito nel 1924, venne sacrificato da un investimento selvaggio uno tra i maggiori del dopo-guerra cattolichino (primi anni Sessanta). Al suo posto venne edificato tutto il caseggiato compreso tra le vie: Buozzi, Mancini e Risorgimento. L’operazione creò discussioni accese e furibonde in ogni angolo della cittadina. Era proprietario del teatro l’Azienda autonoma di soggiorno, allora saldantente nelle mani dei democristiani (le nomine dovevano essere convalidate dal ministero del Turismo). La presiedeva Albino Maffi uno degli uomini leader dello scudocrociato. Il Consiglio si riunisce e decide di vendere tutto a una ditta di Bologna. Questa in cambio gli avrebbe costruito il Palazzo del Turismo nuovo, bello e funzionale.
Le cose andarono leggermente in modo diverso: una, dopo la vendita si venne a sapere che un consigliere dell’Azienda autonoma di soggiorno entrò in possesso di una parte di quel terreno, sul quale venne poi edificata una villa; due, il capitolato fù disastroso per l’Azienda, perché gli venite consegnato dalla ditta investitrice un edificio con materiali scadenti. Il primo presidente a mettervi le mani per abbellirlo e renderlo dignitoso fu Giovanni Francolini.
L’opera di trucco si chiuse tra il ’74 e ’79 sotto la presidenza di Pierluigi Morosini quando sulla facciata vennero collocati i frangi-sole. Racconta Morosini, un cattolichino che vuole bene alla propria città in modo pulito: ‘Lo facemmo per dare tono e decoro ad una costruzione opprimente”.
Il vecchio teatro “Zacconi”, soprattutto dagli anziani viene ricordato per il Veglione delle Viole, un appuntamento mondano in cui si eleggeva la ragazza più bella della città. Ancora si ricordano Olga Gattoni e Lola Grandicelli.
La Piazza di Rimini – Giornale di Cattolica
(Foto – Archivio fotografico Centro Culturale Polivalente di Cattolica)